Codice della Crisi di impresa: compiti e responsabilità di sindaci e revisori (e gli strumenti di tutela)

31.05.2022 - Tempo di lettura: 3'
Codice della Crisi di impresa: compiti e responsabilità di sindaci e revisori (e gli strumenti di tutela)

Ancora una volta l’entrata in vigore del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza ha subìto un’ulteriore proroga e, salvo ulteriori slittamenti, sarà effettiva a partire dal 15 luglio 2022.
Questa volta, tuttavia, la data sembra essere definitiva; già lo scorso 17 marzo l’Esecutivo ha approvato uno schema di decreto che nelle prossime settimane verrà passato al vaglio dalle Commissioni parlamentari.

Nuovo Codice della Crisi di impresa: un’opportunità per commercialisti e studi professionali

A partire dall’entrata in vigore del nuovo Codice, le imprese dovranno dotarsi di un apparato di controllo organizzativo e amministrativo-contabile adeguato alla propria dimensione e complessità aziendale, attraverso il quale intercettare tempestivamente i segnali di crisi di impresa. In base alle stime, sono circa 180mila le imprese che dovranno dotarsi di un organo di controllo composto da un revisore unico o da un collegio sindacale. Le nomine andranno fatte tra gli iscritti al Registro dei revisori o agli Albi di commercialisti e avvocati. Va da sé che la professione più coinvolta dagli effetti della riforma è quella dei commercialisti, che al suo interno conta una maggioranza di professionisti con il titolo di revisore. Un’opportunità che non può essere sprecata.

Sindaci e revisori: compiti e obblighi

Compito del collegio sindacale sarà quello di verificare insieme all’organo amministrativo che l’assetto dell’impresa sia adeguato, che l’impresa abbia un equilibrio economico finanziario soddisfacente e qual è il prevedibile andamento della gestione. In caso emergano fondati indizi della crisi di impresa, questi dovranno essere segnalati immediatamente allo stesso organo amministrativo in forma scritta. Solo la tempestiva segnalazione costituisce infatti causa di esonero dalla responsabilità solidale che investe sindaci e revisori per le conseguenze pregiudizievoli delle azioni poste in essere dall’organo amministrativo.

Oltre al controllo dell’attività degli amministratori, i compiti del collegio sindacale si estendono alla:

  • gestione sociale dell’impresa
  • tenuta dei libri contabili
  • formazione del bilancio
  • vigilanza sull’osservanza della normativa e dello statuto

Il controllo sull’amministrazione va esercitato in maniera continuativa attraverso ispezioni alla società, la quale non può rifiutarsi di fornire l’accesso a tutte le informazioni necessarie. Inoltre il collegio sindacale è tenuto a riunirsi in assemblea con cadenza trimestrale e a partecipare alle riunioni del consiglio di amministrazione e delle assemblee dei soci, al fine di raccogliere con tempestività tutte le informazioni utili per verificare che l’organo amministrativo svolga con professionalità e correttezza le proprie funzioni.

Nuove competenze e strumenti d’ausilio

Il nuovo codice della crisi di impresa ha esteso dunque notevolmente le attività del collegio sindacale. In passato, sindaci e revisori erano relegati a una funzione di controllo della governance, con poteri di intervento limitati. Ora invece dovranno essere in grado di partecipare attivamente alla gestione aziendale, analizzarne lo stato di salute, monitorare l’andamentale, conoscere le banche dati, elaborare statistiche settoriali, iniziare a fare i benchmark con il mercato e i vari competitor. Sarà dunque necessario sviluppare nuove competenze e dotarsi di strumenti adeguati che consentano di semplificare e automatizzare le procedure di controllo e monitoraggio della società.

La soluzione di TeamSystem: Check Up Impresa

In risposta alle nuove esigenze degli studi professionali, TeamSystem ha realizzato Check Up Impresa, la soluzione innovativa sviluppata insieme all’Agenzia di Rating modefinance, accreditata Esma ed Ecai presso Banca d’Italia, per l’automazione del processo di analisi e monitoraggio della salute d’impresa.
Check Up Impresa consente di effettuare una diagnosi dell’andamento aziendale, utile sia ad analizzare lo stato di salute dell’impresa, a prevederne l’andamento nei successivi sei mesi e a individuare i segnali di uno squilibrio economico, finanziario e patrimoniale prima del manifestarsi della crisi, sia in una fase preliminare per effettuare un’analisi del cliente prima di accettare l’incarico.
All’interno di Check Up Impresa sono inclusi modelli per il calcolo degli indicatori della crisi previsti dal nuovo codice, a partire dall’analisi dei flussi di cassa e la stesura automatica del rendiconto finanziario – redatto sulla base degli ultimi bilanci depositati, scaricabili direttamente dalle Camere di Commercio – alla redazione guidata del budget di tesoreria, fino al calcolo automatico del Debt Service Coverage Ratio (DSCR) e degli indicatori previsti dal sistema di allerta. A ciò si accompagnano i modelli per l’analisi del merito creditizio MORE della società sviluppati dall’Agenzia di rating modefinance, dal calcolo del rating, alla valutazione automatica e all’interpretazione della Centrale Rischi, fino al calcolo del rating del Mediocredito Centrale (rating MCC) per conoscere preventivamente le possibilità di accesso dell’impresa a prestiti e garanzie bancarie e a indirizzare l’organo amministrativo verso strategie economico-finanziarie sostenibili nel medio e lungo periodo.

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